A volte pretendiamo che i nostri bambini siano in grado sin da piccolissimi di condividere i loro giochi con gli altri. Ma non è così: la condivisione dei giocattoli s’impara solo strada facendo.
I bambini piccoli e la condivisione dei giocattoli
Noi genitori siamo assolutamente incredibili. Pretendiamo dai nostri figli che sin dalla più tenera età siano in grado di compiere gesti che non sono del tutto naturali, ma bensì il frutto di esperienze acquisite nel corso della loro vita. Se ci pensiamo bene, in realtà, i bambini apprendono così. Sia con l’esempio di chi è più grande, sia sperimentando in prima persona.
I bambini quando nascono sono come una spugna, pronta ad assorbire tutto quello che avviene nel mondo circostante. È così che imparano ad articolare le prime parole, a muovere i primi passi, a comportarsi. Vi rendete conto di quale responsabilità abbiamo noi genitori? Prestiamo sempre più attenzione all’educazione dei nostri figli in particolar modo sull’importanza del “condividere”. Perché condividere è bello, è importante.
Ma per loro non è così naturale come si potrebbe pensare. Del resto, non lo è nemmeno per tanti adulti, figuriamoci per bambini che hanno iniziato da poco a scoprire il mondo! “Mio” è la parola preferita del loro vocabolario. Seguita da “No”, ovviamente, che è altrettanto affascinante.
Partendo dal presupposto che ogni giocattolo che regaliamo loro è a proprio uso esclusivo, come possiamo pretendere che siano disposti a cederlo ad altri bambini nel momento in cui si ritrovano a giocare insieme? Magari è la prima volta che vedono quel bambino che si sta avvicinando al parco giochi e pretende di toccare i suoi giocattoli. Logico pensare che dopo il “Mio”, arrivi il “No”, che potrebbe essere seguito anche da un bel “Te lo scordi”. Nella mente di un bambino piccolo si fanno largo mille dubbi: “Chi mi dice che quel bambino mi ridarà la mia macchinina?”, “Mamma, Papà, siete sicuri che quella bambina sa come si cura Cicciobello Bua? E se poi lo rompe o lo perde, io come faccio senza il mio gioco preferito?”.
Insegnare ai bambini piccoli l’altruismo
Quante volte vi è capitato di assistere a scene isteriche con bambini urlanti che non ne volevano proprio sapere di condividere i loro giochi al parco, a casa o all’asilo. Di fronte ad altri bambini disperati perché non potevano avere quel gioco proibito e che in quel momento per loro rappresentava l’oggetto dei desideri da avere a tutti i costi… Scene di “ordinaria follia” a cui tutti, almeno una volta nella vita, avranno assistito.
Noi a casa nostra abbiamo introdotto fin dalla più tenera età, non senza fatica, la regola della doppia condivisione. “Io do qualcosa a te, tu dai qualcosa a me. Vuoi il mio Cicciobello Bua da provare? Va bene, però almeno tu fammi provare il tuo Cicciobello Lacrime Vere, che non ci ho mai giocato.”
Scambiarsi i giochi è divertente. E pian piano i bambini piccoli capiscono cosa vuol dire condividere: che non vuol dire perdere qualcosa, ma arricchirsi. Un’esperienza che, si spera, si porteranno dietro per tutta la vita.
Ovviamente non sempre tutto fila liscio dopo lo scambio, ma questa è un’altra storia! Una storia che scommetto conoscerete molto bene, cari mamme e papà!
Patrizia