Da bambini basta poco per trasformare un semplice ambiente in un mondo incantato e il gioco diventa una proiezione dei sogni. Da adulti aprire la mente verso l’infanzia emoziona e permette di provare sensazioni uniche. Affrontiamo questo viaggio nel tempo insieme, tornando a giocare con le bambole e con la fantasia.
Oggi vorrei proporvi un gioco: provate a chiudere gli occhi per qualche istante e a fare un viaggio nel tempo. Vi ricordate il profumo della torta appena sfornata dalla nonna e quei lunghi pomeriggi estivi, quando tornavamo a casa con le ginocchia sbucciate e il cuore pieno di emozioni?
Quando esploravamo ogni angolo della casa e con cura costruivamo una piccola tenda che diventava in un attimo il nostro rifugio segreto, dove ci bastava una torcia e un amico per raccontarci di come, da grandi, saremmo diventati dei veri esploratori?
Uno dei miei ricordi preferiti sono le lunghe giornate di pioggia, durante le quali attaccavo il naso alla finestra e, mentre la guardavo appannarsi all’istante, speravo di rivedere il sole solo per poter esplorare nuovamente il mondo. Ed è proprio in occasione di quelle giornate che trasformavo gli ambienti di casa in un mondo incantato dove potevo passare ore immersa nei sogni.
La creatività dei bambini è davvero infinita, basta un piccolo incoraggiamento per stimolarla e poco per concretizzarla.
Il gioco racchiude una forte connotazione educativa, invisibile agli occhi del bambino, ma assai determinante per aiutarlo a soddisfare bisogni primari a lui sconosciuti. Tra questi vi è l’acquisizione di norme sociali e la socializzazione stessa, attraverso ad esempio il gioco di squadra; l’apprendimento di suoni e parole grazie a giocatoli luminosi e musicali, e così via. Il gioco è inoltre la chiave per veicolare l’immaginazione del bambino a trasformare la realtà in qualcosa di fantastico: un semplice bastone può diventare una bacchetta magica, un vecchio scampolo può trasformarsi nel mantello di un supereroe!
Il gioco delle bambole per sviluppare le proprie emozioni
Tornando al nostro viaggio nel tempo: provate, con dolcezza, ad aprire il cassetto dei ricordi e a curiosare tra i giocattoli che hanno caratterizzato la vostra infanzia.
Lo vedete quel peluche colorato che avete stretto forte, forte tra le braccia mentre eravate immersi nel mondo dei sogni, quel giocattolo di cui siete sempre stati gelosi e che non volevate condividere con nessuno? E, per finire, quel bambolotto che vi ha fatto provare l’emozione di immedesimarvi in uno dei ruoli più importanti del mondo: “fare la mamma”?
Il Gioco Di Ruolo aiuta i bambini a sviluppare nuove abilità e competenze sin dai primi anni di vita, attraverso l’imitazione dell’adulto. Questa attività riguarda principalmente momenti e comportamenti della vita quotidiana, ed è proprio per questo che è importante stimolare nel bambino questa attività ludica con il supporto dei giocattoli (pentolini, cucina, lettino, Bambole, ecc.), perché a lungo andare il bambino non si limiterà più ad imitare il comportamento dell’adulto di riferimento, ma arriverà a farlo proprio.
Per questo motivo bambole e bambolotti rappresentano uno dei giocattoli più significanti del periodo che va dalla nascita alla preadolescenza.
Il primo Cicciobello: una delle bambole per giocare preferite da bambine di ogni età!
Trovo affascinante come sin dal 1962 Gervasio Chiari, fondatore della fabbrica di bambole Sebino, ci ha fatti immergere nell’incantevole mondo di Cicciobello, che ben presto si è affermato come la bambola che ha realizzato il sogno di ben tre generazioni di bambine.
Giovani “donnine” che sognavano di fare le mamme e hanno contribuito, attraverso il loro entusiasmo verso la bambola dagli occhi azzurri e i capelli dorati, a rivoluzionare (in senso più ampio) l’industria del giocattolo.
Gervasio Chiari, giusto qualche anno fa, ha ricordato di aver realizzato “un bel gioiello”: una bambola che è riuscita a stabilire con le bambine una relazione unica e duratura.
Un bambolotto creato nella convinzione che i più piccoli avessero bisogno del “gioco d’affetto”, un’attività attraverso la quale femminucce e maschietti potessero esprimere loro stessi e le proprie emozioni.
Cicciobello è diventato in poco tempo il migliore amico di molte bambine, permettendo loro di entrare maggiormente in rapporto con se stesse e sperimentare la capacità di prendersi cura del prossimo, di costruire il senso di responsabilità e, soprattutto, ha permesso di creare una connessione ancora più forte nel legame madre-figlia.
La crescita di una “giovane donna”, sotto ogni aspetto psicologico e comportamentale è strettamente connessa all’emulazione della madre
La bambina imita i gesti della mamma quando veste le bambole, quando chiede timidamente alla nonna di cucire i bottoni sul nuovo vestito che ha creato con qualche vecchio pezzo di stoffa, e la imita per il modo in cui se ne prende cura.
I bambini assorbono tutto e guardarli giocare alle bambole significa ritrovare quel bambino che un tempo, non tanto lontano, era proprio in noi.
Questi anni di storia racchiudono ben tre generazioni di nonne, mamme e figlie che avranno sempre un elemento in comune: un’infanzia e un bambolotto, o per meglio dire, un Cicciobello di cui ogni «bambina cresciuta» conserverà con cura il ricordo.